I film si esprimono attraverso immagini, alle quali si uniscono parole, rumori di vario genere, musiche.
L'elemento minimo che sta alla base di questo linguaggio, parlando di immagini, è l'inquadratura.
Con questo termine se ne indicano altri due: la quantità di spazio ripreso dalla macchina da presa e l'insieme dei fotogrammi. Più inquadrature girate nello stesso luogo danno vita alla sequenza che si differenzia dalla scena perché le inquadrature possono essere girate in modi diversi. Ogni regista può scegliere fra diversi tipi di inquadratura può adottare diverse angolazioni e punti di vista: può riprendere soggetti fermi o in movimento; può far coincidere il punto di vista del personaggio con il proprio (inquadratura oggettiva) oppure mostrare la realtà così come la vede il personaggio stesso (inquadratura soggettiva) seguendo i suoi movimenti.
Inoltre è stata creata una vera e propria classificazione dell'inquadrature in base alla distanza della macchina da presa dal soggetto che si intende inquadrare. Si parla di campi quando ci si riferisce alla quantità di spazio mostrata dall'inquadratura; si parla di piani quando ci si riferisce al modo in cui si inquadra la figura umana.
Nessun commento:
Posta un commento