Musica e cinema sono due arti che sempre sono state strettamente legate fra loro. Andando a considerare la nascita del cinema, ad esempio, possiamo vedere quanto, soprattutto in un primo periodo, la musica fosse fondamentale, poiché l’esclusione della parola (epoca del film muto) le richiedeva di assolvere ad alcune sue funzioni, quali il rafforzare emotivamente e accompagnarne il processo del discorso interiore.
Secondo il parere della maggior parte dei critici, la musica fu introdotta per rimediare ad un lato spiacevole del film: la semplice riproduzione muta di sequenze di immagini in cui uomini si muovevano silenziosamente sullo schermo. Dalla sua comparsa come muto ad oggi, il genere cinematografico ha avuto un’evoluzione esponenziale, ed il suono ha modificato la sua posizione. La parte musicale non deve imporre su di sé l’attenzione, ma essere di orchestrazione semplice, lineare e godibile, e, soprattutto, quasi di secondo piano, anche nei film musicali. In essi non c’è una dominanza della musica sull’ immagine, bensì “le frasi visive si fondono con quelle melodiche, i ritmi si combinano tra loro, compenetrandosi e completandosi con grande precisione e simultaneità”. Ho scritto “la parte musicale deve essere quasi di secondo” piano perché per quanto l’aspetto musicale non debba sovrastare le immagini, nemmeno deve esserne totalmente assente: un film senza accompagnamento sembrerebbe veramente povero e non l’attenzione attirerebbe molto.
martedì 22 novembre 2011
Il video musicale
Possiamo considerare il video musicale una breve parentesi all’interno di un genere in cui la colonna sonora ha un’apparenza primaria.
Il tutto iniziò negli anni sessanta e si concretizzò negli anni settanta per iniziativa di etichette indipendenti e registi appassionati di rock. Nacquero in questo modo i primi video
commerciali dei Queen e di altri che provocarono un effetto straordinario sulle vendite dei dischi. La maggiore diffusione si ebbe nel 1981 e il modello del video musicale influenzò
anche la tecnica dello spot pubblicitario, soprattutto nella componente di estrema varietà di genere, rapporto con grafica, moda, sofisticazione del montaggio.
Il video musicale è il massimo esempio di come sia possibile ottenere una sequenza piacevole ed esteticamente scorrevole con una serie di immagini e scene che, di partenza, sono razionalmente slegate, se non discordanti fra loro.
Il tutto iniziò negli anni sessanta e si concretizzò negli anni settanta per iniziativa di etichette indipendenti e registi appassionati di rock. Nacquero in questo modo i primi video
commerciali dei Queen e di altri che provocarono un effetto straordinario sulle vendite dei dischi. La maggiore diffusione si ebbe nel 1981 e il modello del video musicale influenzò
anche la tecnica dello spot pubblicitario, soprattutto nella componente di estrema varietà di genere, rapporto con grafica, moda, sofisticazione del montaggio.
Il video musicale è il massimo esempio di come sia possibile ottenere una sequenza piacevole ed esteticamente scorrevole con una serie di immagini e scene che, di partenza, sono razionalmente slegate, se non discordanti fra loro.
La colonna sonora negli spot
Il rapporto musica – immagine negli spot è leggermente diverso da
quello che troviamo nel cinema.
¾ Spot a fine commerciale = qui la musica ha lo scopo di attirare
l’attenzione, facilitare il ricordo dell’oggetto presentato, tramite
jingle orecchiabili che ripetono il nome del prodotto.
Osservando approfonditamente possiamo vedere che lo scopo delle
immagini è solo quello di presentare il prodotto, ma tutta la parte
pubblicitaria in sé è affidata alla componente audio, e specialmente
ai dialoghi e alla musica.
¾ Pubblicità sociale = la pubblicità sociale è un campo particolare,
estremamente delicato, in cui vengono sfruttati codici operanti a
livello grafo-visivo.L’aspetto
immagine si può scomporre in due componenti:
- Il livello iconico = modalità attraverso cui viene presentato
il filmato.
- Il livello figurativo = presenza della macchina da presa,
dell’ elemento fondamentale di questo tipo
di spot.
Analizzando gli elementi audio di uno spot sociale possiamo notare
generalmente un’assenza di commento esplicitato verbalmente lungo la
durata dello spot, ed un suo presentarsi nell’ultima parte, a ribadire la
finalità del messaggio in questione. Il contenuto informativo sonoro,
invece, è inversamente proporzionale a quello della parte video, quindi,
profondamente eloquente. A dimostrazione di ciò l’unico sottofondo è, di
solito, una musica che identifica il genere di immagini che scorrono sullo
schermo, una musica che viene accompagnata dalla colonna degli effetti
sonori, concernenti l’argomento che viene trattato.
Prendendo come esempio lo spot “Ho bisogno di te”, (periodo della
guerra in Ex Jugoslavia), noteremo che le immagini sono completamente
silenti, non vi è commento parlato, solo un accompagnamento musicale
che identifica la campagna, soggetto dell’immagine, e che viene affiancato
da un ritmare cadenzato di tamburi e rumori realistici di spari, oppure da
un silenzio quanto mai eloquente. L’impressione generale che ne emerge è
di estrema sobrietà e particolare compostezza.
Il sonoro risolve il proprio compito nel lasciare spazio all’immagine,
completandone il senso con i rumori bellici o sottolineandole i tratti: lo
slogan “Ho bisogno di te”, unica frase parlata presente nel filmato.
In questo tipo di spot emerge un aspetto paradossale del sonoro, ossia il
silenzio comunicativo. Questo agisce in tre campi: prima di tutto
manifesta il nulla, lascia percepire una mancanza; è l’assurdità della guerra
in quanto negazione della vita, la mancanza di pace, di diritti violati; è la
solitudine, frutto della guerra, e che la società aiuta a costruire. Il silenzio,
però, è anche cenno di intesa tra spettatore e spot, è un mezzo che
favorisce la disposizione all’ascolto, permette a chi guarda di vedere
meglio, perché non copre il rumore degli spari, non nasconde niente, è il
silenzio di ascolto.
Il silenzio può essere considerato un meta – linguaggio che si trasforma
in qualcosa di concreto: l’imbarazzo del dire, non c’è possibilità di
commentare le immagini che vediamo, la parola non ha termini adeguati,
quindi tacere è il modo migliore di esprimere un giudizio o un commento.
Possiamo quindi concludere che nella costruzione di un filmato l’aspetto
sonoro si affianca a quello visivo, e non necessariamente deve essere
considerato come gerarchicamente di secondo piano.
quello che troviamo nel cinema.
¾ Spot a fine commerciale = qui la musica ha lo scopo di attirare
l’attenzione, facilitare il ricordo dell’oggetto presentato, tramite
jingle orecchiabili che ripetono il nome del prodotto.
Osservando approfonditamente possiamo vedere che lo scopo delle
immagini è solo quello di presentare il prodotto, ma tutta la parte
pubblicitaria in sé è affidata alla componente audio, e specialmente
ai dialoghi e alla musica.
¾ Pubblicità sociale = la pubblicità sociale è un campo particolare,
estremamente delicato, in cui vengono sfruttati codici operanti a
livello grafo-visivo.L’aspetto
immagine si può scomporre in due componenti:
- Il livello iconico = modalità attraverso cui viene presentato
il filmato.
- Il livello figurativo = presenza della macchina da presa,
dell’ elemento fondamentale di questo tipo
di spot.
Analizzando gli elementi audio di uno spot sociale possiamo notare
generalmente un’assenza di commento esplicitato verbalmente lungo la
durata dello spot, ed un suo presentarsi nell’ultima parte, a ribadire la
finalità del messaggio in questione. Il contenuto informativo sonoro,
invece, è inversamente proporzionale a quello della parte video, quindi,
profondamente eloquente. A dimostrazione di ciò l’unico sottofondo è, di
solito, una musica che identifica il genere di immagini che scorrono sullo
schermo, una musica che viene accompagnata dalla colonna degli effetti
sonori, concernenti l’argomento che viene trattato.
Prendendo come esempio lo spot “Ho bisogno di te”, (periodo della
guerra in Ex Jugoslavia), noteremo che le immagini sono completamente
silenti, non vi è commento parlato, solo un accompagnamento musicale
che identifica la campagna, soggetto dell’immagine, e che viene affiancato
da un ritmare cadenzato di tamburi e rumori realistici di spari, oppure da
un silenzio quanto mai eloquente. L’impressione generale che ne emerge è
di estrema sobrietà e particolare compostezza.
Il sonoro risolve il proprio compito nel lasciare spazio all’immagine,
completandone il senso con i rumori bellici o sottolineandole i tratti: lo
slogan “Ho bisogno di te”, unica frase parlata presente nel filmato.
In questo tipo di spot emerge un aspetto paradossale del sonoro, ossia il
silenzio comunicativo. Questo agisce in tre campi: prima di tutto
manifesta il nulla, lascia percepire una mancanza; è l’assurdità della guerra
in quanto negazione della vita, la mancanza di pace, di diritti violati; è la
solitudine, frutto della guerra, e che la società aiuta a costruire. Il silenzio,
però, è anche cenno di intesa tra spettatore e spot, è un mezzo che
favorisce la disposizione all’ascolto, permette a chi guarda di vedere
meglio, perché non copre il rumore degli spari, non nasconde niente, è il
silenzio di ascolto.
Il silenzio può essere considerato un meta – linguaggio che si trasforma
in qualcosa di concreto: l’imbarazzo del dire, non c’è possibilità di
commentare le immagini che vediamo, la parola non ha termini adeguati,
quindi tacere è il modo migliore di esprimere un giudizio o un commento.
Possiamo quindi concludere che nella costruzione di un filmato l’aspetto
sonoro si affianca a quello visivo, e non necessariamente deve essere
considerato come gerarchicamente di secondo piano.
Il teatro
Il teatro musicale
L’opera lirica è una storia che ci viene narrata da personaggi che cantano con il sostegno dell’orchestra, al centro di ricche scenografie e illuminati da spettacolari scene di luce .
L’opera
L'opera è un genere teatrale e musicale in cui l'azione scenica è abbinata alla musica e al canto. Tra i numerosi sinonimi, più o meno appropriati, basti ricordare melodramma, opera in musica e opera lirica. Il testo letterario che contiene il dialogo appositamente predisposto e le didascalie è chiamato libretto. I cantanti sono accompagnati da un complesso strumentale che può allargarsi fino a formare una grande orchestra sinfonica.
L'opera si articola convenzionalmente in vari "numeri musicali", che includono sia momenti d'assieme (duetti, terzetti, concertati, cori) sia assoli (arie, ariosi, romanze, cavatine).
I ruoli vocali
Ai lirici vengono assegnate delle parti in base alle alterazioni delle voci.
Le voci femminili sono quelle in genere più alte ad esempio:
Soprano ha la voce più acuta e spesso interpreta la ragazza innamorata.
Mezzosoprano è il misto tra il soprano e il contralto spesso interpreta la rivale al femminile.
Contralto è la voce più bassa nel campo femminile,in genere viene assegnata ai personaggi più misteriosi e maturi
Le voci maschili invece sono più basse:
Tenore è la voce più acuta tra quelle maschili e spesso interpreta un giovane amante magari anche coraggioso e eroico.
Baritono è una voce di mezzo tra le maschili. Interpreta un padre premuroso
o un rivale in amore.
Basso è la voce più grave maschile e spesso interpreta personaggi autorevoli e credibili.
Preludio
La maggior parte delle opere liriche si aprono con un Preludio cioè il musicista introduce gli ascoltatori nel clima generale della storia a sipario ancora chiuso.
Il teatro
Durante l’ottocento lo scopo del teatro è di far ascoltare musica ma anche per farsi vedere e per concludere affari politici. Nel teatro si possono trovare ordini sovrapposti di palchi che a volte sono affittati da famiglie di solito nobili o sono di proprietà degli aristocratici. Ogni palco ha un entrata autonoma o un retropalco dove si consumano pasti e bevande.
L’opera lirica è una storia che ci viene narrata da personaggi che cantano con il sostegno dell’orchestra, al centro di ricche scenografie e illuminati da spettacolari scene di luce .
L’opera
L'opera è un genere teatrale e musicale in cui l'azione scenica è abbinata alla musica e al canto. Tra i numerosi sinonimi, più o meno appropriati, basti ricordare melodramma, opera in musica e opera lirica. Il testo letterario che contiene il dialogo appositamente predisposto e le didascalie è chiamato libretto. I cantanti sono accompagnati da un complesso strumentale che può allargarsi fino a formare una grande orchestra sinfonica.
L'opera si articola convenzionalmente in vari "numeri musicali", che includono sia momenti d'assieme (duetti, terzetti, concertati, cori) sia assoli (arie, ariosi, romanze, cavatine).
I ruoli vocali
Ai lirici vengono assegnate delle parti in base alle alterazioni delle voci.
Le voci femminili sono quelle in genere più alte ad esempio:
Soprano ha la voce più acuta e spesso interpreta la ragazza innamorata.
Mezzosoprano è il misto tra il soprano e il contralto spesso interpreta la rivale al femminile.
Contralto è la voce più bassa nel campo femminile,in genere viene assegnata ai personaggi più misteriosi e maturi
Le voci maschili invece sono più basse:
Tenore è la voce più acuta tra quelle maschili e spesso interpreta un giovane amante magari anche coraggioso e eroico.
Baritono è una voce di mezzo tra le maschili. Interpreta un padre premuroso
o un rivale in amore.
Basso è la voce più grave maschile e spesso interpreta personaggi autorevoli e credibili.
Preludio
La maggior parte delle opere liriche si aprono con un Preludio cioè il musicista introduce gli ascoltatori nel clima generale della storia a sipario ancora chiuso.
Il teatro
Durante l’ottocento lo scopo del teatro è di far ascoltare musica ma anche per farsi vedere e per concludere affari politici. Nel teatro si possono trovare ordini sovrapposti di palchi che a volte sono affittati da famiglie di solito nobili o sono di proprietà degli aristocratici. Ogni palco ha un entrata autonoma o un retropalco dove si consumano pasti e bevande.
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