Il rapporto musica – immagine negli spot è leggermente diverso da
quello che troviamo nel cinema.
¾ Spot a fine commerciale = qui la musica ha lo scopo di attirare
l’attenzione, facilitare il ricordo dell’oggetto presentato, tramite
jingle orecchiabili che ripetono il nome del prodotto.
Osservando approfonditamente possiamo vedere che lo scopo delle
immagini è solo quello di presentare il prodotto, ma tutta la parte
pubblicitaria in sé è affidata alla componente audio, e specialmente
ai dialoghi e alla musica.
¾ Pubblicità sociale = la pubblicità sociale è un campo particolare,
estremamente delicato, in cui vengono sfruttati codici operanti a
livello grafo-visivo.L’aspetto
immagine si può scomporre in due componenti:
- Il livello iconico = modalità attraverso cui viene presentato
il filmato.
- Il livello figurativo = presenza della macchina da presa,
dell’ elemento fondamentale di questo tipo
di spot.
Analizzando gli elementi audio di uno spot sociale possiamo notare
generalmente un’assenza di commento esplicitato verbalmente lungo la
durata dello spot, ed un suo presentarsi nell’ultima parte, a ribadire la
finalità del messaggio in questione. Il contenuto informativo sonoro,
invece, è inversamente proporzionale a quello della parte video, quindi,
profondamente eloquente. A dimostrazione di ciò l’unico sottofondo è, di
solito, una musica che identifica il genere di immagini che scorrono sullo
schermo, una musica che viene accompagnata dalla colonna degli effetti
sonori, concernenti l’argomento che viene trattato.
Prendendo come esempio lo spot “Ho bisogno di te”, (periodo della
guerra in Ex Jugoslavia), noteremo che le immagini sono completamente
silenti, non vi è commento parlato, solo un accompagnamento musicale
che identifica la campagna, soggetto dell’immagine, e che viene affiancato
da un ritmare cadenzato di tamburi e rumori realistici di spari, oppure da
un silenzio quanto mai eloquente. L’impressione generale che ne emerge è
di estrema sobrietà e particolare compostezza.
Il sonoro risolve il proprio compito nel lasciare spazio all’immagine,
completandone il senso con i rumori bellici o sottolineandole i tratti: lo
slogan “Ho bisogno di te”, unica frase parlata presente nel filmato.
In questo tipo di spot emerge un aspetto paradossale del sonoro, ossia il
silenzio comunicativo. Questo agisce in tre campi: prima di tutto
manifesta il nulla, lascia percepire una mancanza; è l’assurdità della guerra
in quanto negazione della vita, la mancanza di pace, di diritti violati; è la
solitudine, frutto della guerra, e che la società aiuta a costruire. Il silenzio,
però, è anche cenno di intesa tra spettatore e spot, è un mezzo che
favorisce la disposizione all’ascolto, permette a chi guarda di vedere
meglio, perché non copre il rumore degli spari, non nasconde niente, è il
silenzio di ascolto.
Il silenzio può essere considerato un meta – linguaggio che si trasforma
in qualcosa di concreto: l’imbarazzo del dire, non c’è possibilità di
commentare le immagini che vediamo, la parola non ha termini adeguati,
quindi tacere è il modo migliore di esprimere un giudizio o un commento.
Possiamo quindi concludere che nella costruzione di un filmato l’aspetto
sonoro si affianca a quello visivo, e non necessariamente deve essere
considerato come gerarchicamente di secondo piano.
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